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Categoria: Altri Film

Published in: Cinema, Altri Film

9

Voto: 7 · Genere: animazione, drammatico

9 è tratto dall’omonimo cortometraggio, nominato al premio Oscar 2006 nella categoria miglior cortometraggio d’animazione e talmente bello da impressionare Tim Burton e da convincerlo a curarne la produzione di una versione per le sale. Il film è uscito nei cinema americani il 9 settembre 2009 mentre in Italia sarebbe dovuto uscire il 16 aprile 2010 nei cinema, ma dopo molti ritardi è uscito solamente in bluray e DVD.

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Monster house

Voto: 6.5 · Genere: animazione, horror, fantasy

Plasmato su un genere non particolarmente frequentato dai film d’animazione, cioè l’horror, questo lavoro forse un pò troppo ambizioso è comunque ottimo per passare una serata piacevole. Di sicuro effetto, e forse vero punto a favore di questo film, che conta nel suo “cast” dieci personaggi dieci, come se il quartiere dove è ambientata la storia fosse per il resto completamente disabitato, è l’espressività dei personaggi stessi, resa perfettamente attraverso la tecnica della performance capture, del quale Zemeckis, co-produttore del film insieme a Spielberg, è pioniere e che permette di utilizzare ogni singolo movimento espressivo degli attori nelle animazioni dei personaggi.

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28 settimane dopo

Voto: 7.5 · Genere: horror

Lanciata da un’intro molto bella e tesissima, che ci dà almeno un’idea del film precedente, ovvero la diffusione di uno sconosciuto virus che rende gli esseri umani zombie dalla sorprendente velocità e che getta morte e panico su Londra e dintorni, la storia riparte 28 settimane dopo, quando la situazione sembra essere nuovamente sotto controllo: tutti gli infetti sono stati sterminati e il rimpatrio dei primi profughi può cominciare insieme ai lavori di ricostruzione.

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Gorbaciof

Voto: 8 · Genenere: drammatico

Questo film è il manifesto dell’essenzialità cinematografica. Con una narrazione lineare e priva di orpelli, dove le immagini e i silenzi la fanno da padroni, racconta la vicenda di Marino Pacileo, detto Gorbaciof per una voglia sulla fronte che ricorda quella dell’ex presidente dell’Unione Sovietica. L’uomo vive un’esistenza cupa e solitaria, diviso tra il noioso lavoro di contabile del carcere di Poggioreale, e la passione per il gioco d’azzardo, scommesse, slot machine, e soprattutto le partite a carte, nel retrobottega di un ristorante cinese.

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L’esercito delle dodici scimmie

Twelve Monkeys è tratto dalla sceneggiatura di David e Janet Peoples (autori di script come Blade Runner di Ridley Scott e Gli spietati di Clint Eastwood) ed ispirato dal cortometraggio di Chris Marker La Jetée. Il film si presenta come un puzzle dai pezzi sparsi un po’ dappertutto, dove l’unica tessera di riferimento a cui il Cole dovrà aggrapparsi è la fantomatica organizzazione denominata Esercito delle dodici scimmie, coinvolta più o meno direttamente nella responsabilità dell’inizio del contagio. Pochi elementi che dovranno essere approfonditi tra un continuo andirivieni tra passato, presente e futuro che metteranno alla frusta la fragile percezione della realtà del protagonista, arrivando persino a credere di essersi immaginato tutta la vicenda e di aver vissuto l’immensa allucinazione di uno schizofrenico.

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Monty Python and the Holy Grail

Prima di dire qualcosa su questo film devo fare due premesse.
Premessa n° 1: il film è stato scritto, interpretato e diretto dal gruppo comico inglese dei Monty Python durante una pausa tra la terza e la quarta serie del loro popolare show sulla BBC “Monty Python’s Flying Circus”. E’ un film a bassissimo costo basato su un soggetto definito e pieno di invenzioni comiche per sopperire alla mancanza di fondi come, ad esempio, noci di cocco per imitare gli scalpiti degli zoccoli dei cavalli o un il mostro della grotta che, invece di essere reale, è  disegnato da Gilliam, uno dei registi.

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Grindhouse – A prova di morte

Nato inizialmente proprio con questo concetto, e per essere proiettato insieme al film di Rodriguez Planet Terror, Grindhouse ha purtroppo ricosso uno scarso successo commerciale negli USA, che ha fatto sì che per molti mercati esteri, come in Italia, i produttori dividessero i due film proiettandoli come prodotti a sè stanti. Ed è proprio così che ci siamo ritrovati nelle sale un Death Proof più lungo di mezz’ora, senza alcuna traccia del film diretto da Robert Rodriguez né dei famigerati “finti trailer” che intervallavano i due film nell’edizione originale. Posto che Death proof è un oggetto difficile da cogliere se privato del sopracitato contesto, e che a tutti noi non può che dispiacere del barbaro sezionamento di un progetto così interessante, il Tarantino cinefilo e appassionato dei B-movie si regala comunque la possibilità di girare un film in cui si utilizzano i-pod e cellulari ma in cui i colori, le rigature, gli stessi salti di fotogramma sembrano quelli di un film del 1977 non troppo ben conservato. Fin qui tutto bene perché il godimento è elevato. Lo è anche nelle esplosioni di violenza che trovano il loro spazio nel terzo finale di ognuna delle due parti in cui è diviso il film.
Solo che per giungere a ciò si devono sorbire lunghe, tarantiniane chiacchierate. Si tratta senza dubbio dell’ennesima provocazione del luciferino Quentin (che compare come sempre in un cameo): volete l’azione? Volete lo splatter? Aspettate. I tarantiniani doc sono pronti a tutto e quindi apprezzeranno.