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Categoria: Autori stranieri

Published in: Recensioni, Autori stranieri, Saggistica e non narrativa, Libri

Il mostruoso femminile – Jude Ellison Sady Doyle

Il mostruoso femminile recensione

Il patriarcato e la paura delle donne

In principio ci fu Lilith, e dopo di lei Melusina, la caccia alle streghe, gli esorcismi, fino ad arrivare a Regan e Carrie, al T-rex di Jurassic Park e alle final girl dei film slasher. Tutte queste figure femminili sono accomunate da un singolo tratto universale: se non si è prede -vittime-, allora si è mostri.
Il mostro non è nient’altro che un essere reso deforme e spaventoso perché fuori controllo, e cosa, nella concezione patriarcale, può essere più fuori controllo di una donna libera?

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Il profumo dell’incubo – Lisa Tuttle

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Dare forma all’incubo

Dove sei stata fino a ora, signora Tuttle, e perché questo è il tuo unico libro tradotto in Italia?
Nella foto in quarta di copertina Lisa Tuttle ha l’aria di una simpatica signora che ricorda da vicino la dolce nonnina dei cartoni animati di Titti. Dalla penna di questa eccezionale maestra del weird però non sgorgano favole, bensì perturbanti e agghiaccianti narrazioni in cui la realtà si scolla lentamente dal suo piano orizzontale per inclinarsi verso l’abisso.

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Zombie – Joyce Carol Oates

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Uno zombie tutto per sè

Quentin è un ragazzo normale. Un ragazzo normale e per bene, che studia, lavora come custode nella casa di famiglia che viene affittata a giovani studenti stranieri, va regolarmente dallo psicologo ed è amato dalla nonna. E poi si, vabbè, sta scontando due anni di libertà vigilata per aver molestato un ragazzino nero e colleziona strumenti chirurgici rubacchiati qua e là perché lui, Quentin, o Q_, come preferisce chiamarsi, ha un sogno: avere uno schiavo zombie che esaudisca i suoi più bassi desideri.

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Picnic a Hanging Rock – Joan Lindsay

picnic a hanging rock recensione

Il bello dei misteri è che non sempre necessitano di essere svelati

Australia, 1900. È il giorno di San Valentino e le studentesse dell’Appleyard College di Melbourne e due delle loro professoresse si recano nei pressi di Hanging Rock, una particolare conformazione rocciosa, per un allegro picnic sul prato. Tre di loro, più una professoressa che nessuno ha visto alzarsi dal prato, scompaiono misteriosamente nel nulla. Ma quali conseguenze avrà sulle vite degli ignari protagonisti questo orribile e inspiegabile evento?

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Il giovane Holden – J. D. Salinger

Il giovane Holden recensione

Io lo so, me lo ricordo come ci si sente

Eccolo qui il giovane Holden, in piedi sul confine tra l’adolescenza e l’età adulta. Un ragazzino irritante, presuntuoso, indisponente, spocchioso. Ma anche, e soprattutto, confuso, fragile, spaventato, a volte depresso “e via dicendo”.
Cacciato dall’ennesima scuola e in attesa di tornare a casa, dove lo aspetta la ramanzina del padre, ma forse anche dei dolorosi ricordi, si aggira in una New York fumosa e affollata nella quale, però, sembra così dannatamente solo.

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Fotogrammi di un film horror perduto – Helen McClory

fotogrammi di un film horror perduto recensione

Fugaci attimi di orrore

Click! Vrrrrrr. Flap flap flap flap. A questo mi ha fatto pensare questo libro, a una Polaroid. Si scatta una foto, la pellicola viene sputata fuori, e, mentre la si agita, dal nero compare lentamente l’istantanea di un attimo, un fotogramma di vita dai bordi confusi. Ed è qui che si ferma HelenMcClory, un istante prima che l’immagine si sviluppi e diventi del tutto nitida, quando le ombre sulla pellicola potrebbero essere indifferentemente umani o mostri.

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Pet Sematary – Stephen King

Pet Sematary recensione

I don’t wanna be buried in a pet sematary

Un giorno imprecisato del 1989 Stephen King invita i Ramones per vedere una partita di baseball in tv. In quell’occasione regala a Dee Dee Ramone una copia di quello che lui stesso definisce il suo romanzo più terrificante. Pochi mesi dopo esce Brain Drain, e all’interno dell’album c’è una canzone dedicata proprio a quel romanzo, il cui indimenticabile ritornello “I don’t wanna be buried in a pet sematary / I don’t want to live my life again” ha fatto da imprescindibile colonna sonora a tutta la mia lettura.