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Genere: Racconti

Published in: Recensioni, Autori stranieri, Libri

Il re in giallo – Robert W. Chambers

Stupefacenti le weird tales, noiosissimo il resto

Il Re in Giallo è un’ antologia di dieci racconti pubblicata da Robert W. Chambers nel 1895. Caposaldo del genere fantastico a lungo dimenticato, getta le basi per quello che poi sarà l’orrore cosmico di Lovecraft (oltre che ispirare, tra le altre cose, la serie tv True Detective).

Idealmente divisa in due parti, l’antologia si apre con quattro splendidi racconti legati dal fil rouge del Re Giallo, uno pseudobiblion (in questo caso un testo teatrale) al quale Lovecraft si ispirò per il suo Necronomicon, che passando di mano in mano porta alla pazzia chiunque abbia la sfortuna di leggerlo.

Avvenimenti inquietanti e orrorifici, simbolismi occulti ed enigmatiche figure la fanno da padrone, creando dense atmosfere macabre e suggestive.

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I racconti del Necronomicon – Howard P. Lovecraft

L’orrore cosmico dell’Arabo Pazzo

Questo libro raccoglie una serie di racconti, scritti da Lovecraft tra il 1921 e il 1933, che hanno come comune denominatore il libro maledetto dell’arabo pazzo Abdul Alhazred: il Necronomicon.
In questi racconti si prefigurano scenari di orrore, che prendono vita sulla Terra, ma si allargano in universi a più dimensioni, in cui lo spazio e il tempo perdono di significato. Se negli scritti di molti contemporanei di Lovecraft il male attenta alla salvezza eterna dell’uomo, qui diviene la consapevolezza della mancanza di senso dell’uomo stesso e del suo piccolo mondo sperduto e annichilito, in cui strane, orrorifiche, antichissime creature si muovono nelle profondità e nell grandezza di infiniti universi multidimensionali. Il fulcro del pathos è proprio l’incapacità dell’uomo di comprendere tale grandezza, di relazionarsi con cose che travalicano la comprensione, trascinando nella follia chi cerca di comprenderle.
I protagonisti di questi racconti sono tutti degli intellettuali, dei ricercatori, persone spinte dalla curiosità e della necessità di indagare l’inesplicabile, e spesso sono essi stessi a richiamare il male della sue profondità, restando annichiliti o terrorizzati davanti alle visioni che la loro brama di sapere evoca.

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Il cimitero senza lapidi e altre storie nere – Neil Gaiman

Immagini di un’altra storia non scritta

Questa raccolta è una sorta di scrigno pieno di tesori: la scrittura di Gaiman ti culla, nella sua semplicità ma allo stesso tempo nell’essere creata con un estro indiscutibile. Molti di questi racconti hanno una sorta di finale aperto, che però, al contrario del solito (io detesto i finali aperti) non lascia con l’amaro in bocca, anzi crea un seme che poi germoglia, immagini che ci portano verso un’altra storia non scritta. Questo non finale spesso inquieta, lascia con un leggero senso d’ansia, come succede in Non chiedetelo a Jack, una brevissima storia su una sorta di giocattolo rinchiuso dentro una scatola che finisce assolutamente senza finire, ma che, personalmente, mi ha lasciato con un notevole senso di inquietudine. Altre storie sono divertenti come Come vendere il Ponte di Ponti o Cavalleria. Altre ancora hanno varie chiavi di lettura, e lasciano al lettore un abbondante spazio per calarsi in mondi che Gaiman ha solo accennato, ma che divento reali se si usa solo un minimo d’immaginazione.

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Trilogia di New York – Paul Auster

Voto: 6 · Genere: Detective storyes, racconti

Sarà che questo libro è un capolavoro, ma io l’ho trovato noiosetto. La scrittura è molto bella, questo è indubbio, elegante, forbita, ricca, ma la trama dei racconti è assolutamente inconcludente. Sicuramente il concetto dominante è la tematica del doppio, ben descritta e approfondita in ogni sua perversa sfaccettatura, ma secondo me assolutamente poco adatta al tipo di storie raccontate. Le “detective storyes”, come le chiama la quarta di copertina, sono in realtà un pretesto per una sorta di esercizio di stile con un continuo capovolgimento tra chi indaga e chi è indagato… Alienante forse fin troppo, non è riuscito a coinvolgermi affatto. Mi rimane la domanda se Paul Auster sia un genio che io non ho compreso o un venditore di fumo…

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Storie di ordinaria follia – Charles Bukowski

Voto: 9 · Genere: racconti

Bukowski prende come un calcio allo stomaco, ma alla fine non si può non provare tenerezza per quest’uomo e i suoi racconti, che si dibattono tra necessità di sopravvivere e voglia di lasciarsi morire. Bukowski vive nella merda e ci sguazza. La potenza della sua scrittura sta nel ripudio del mondo e della persona umana, in primis la sua, della società americana e dell’ambiente poetico-letterario, troppo altolocato e snob. La sua scrittura raggiunge apici poetici incredibili per poi rituffarsi nella melma, fa ridere da far male la pancia e fa piangere, e ci avvicina a questa figura assurda e particolare che scrive di sè stessa, di quello che è e non di quello che vorrebbe essere, un poeta ubriacone con le gambe grosse, perso per il gioco d’azzardo la birra e il sesso, e nient’altro.

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Lucertola – Banana Yoshimoto

Voto: 7 · Genere: Racconti

L’arte di parlar di niente, ma di parlarne bene. Sei storie sul passato e il presente, sul cambiamento, sulla solitudine, e sulla speranza.

E’ il primo libro che leggo della Yoshimoto, comprato al mercatino dell’usato per tre euro, e devo dire che il suo stile mi ha colpita anche se come dice lei stessa nel postscriptum, forse al tempo di questo libro era ancora un pò immaturo. Non è la trama delle storie che colpisce, anzi, essa è quasi inconsistente. Sono le descrizioni, gli stati d’animo, i luoghi, le sensazioni.. Meditazioni sul passato e sul presente, sulla speranza nel cambiamento di persone ferite che cercano un riscatto; malinconia e solitudine ma anche voglia di andare avanti. Forse un pò troppo malinconico per i miei gusti, ma le parole scorrono come seta sulla pelle.