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Fotogrammi di un film horror perduto – Helen McClory

fotogrammi di un film horror perduto recensione

Classificazione: 3,5 su 5.

I clienti che entrano alle quattro del mattino non dicono mai cose tanto normali. Sembra che la normalità si scarichi, come le batterie. Alle quattro lampeggia la luce rossa.

Click! Vrrrrrr. Flap flap flap flap. A questo mi ha fatto pensare questo libro, a una Polaroid. Si scatta una foto, la pellicola viene sputata fuori, e, mentre la si agita, dal nero compare lentamente l’istantanea di un attimo, un fotogramma di vita dai bordi confusi. Ed è qui che si ferma HelenMcClory, un istante prima che l’immagine si sviluppi e diventi del tutto nitida, quando le ombre sulla pellicola potrebbero essere indifferentemente umani o mostri.

I suoi racconti, a cavallo tra horror e weird e tutti brevissimi, sono fermoimmagine i cui protagonisti vivono in un limbo a un passo dalla realtà. La sfiorano, la compenetrano, ma non ne divengono mai totalmente parte. Soggetti completamente diversi che però hanno in comune un surreale oscuro e appiccicoso, grumi di sangue rappreso, ragazze tenute insieme da fili infinitesimali, donne che servono a un picnic la propria mano mozzata, la verità sulla vita sessuale delle sirene.

fotogrammi di un film horror perduto cover

A volte, seppur in pochissime parole, il messaggio esce in tutta la sua devastante crudezza, si apre nelle deformazioni grottesche di una realtà altra, ma così simile alla nostra. Altre volte i contorni sono così labili e sfumati da rendere la comprensione estremamente difficile, e si rimane con un “cos’avrà voluto dire?” spalmato a caratteri cubitali su un’espressione ebete.

I racconti della giovane autrice scozzese sono così, fugaci attimi di orrore che si collocano a metà tra il genio e un gigantesco WTF. Come un incubo dal quale crediamo di esserci svegliati, ma che poi, mentre stiamo facendo colazione, viene a bussare alla nostra porta.

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  • Genere: , ,
  • Titolo originale: On the edges of vision
  • Lingua originale: Inglese
  • Anno pubblicazione: 2015 (prima ed. italiana 2020)
  • Premio: Saltire Society "First Book" 2015
  • Isbn: 9788842826873
  • Casa editrice: Il saggiatore
  • Traduttore: Stefania Perosin
  • Pagine: 160
Una ragazza morta si materializza in casa di sconosciuti, prepara un caffè e si accende una sigaretta come se nulla fosse. Una donna serve a un picnic la propria mano spacciandola per prosciutto. Una madre prepara una torta con i resti spappolati di sacrifici umani. Un vampiro sviene perché non sopporta la vista del sangue. I racconti di Fotogrammi di un film horror perduto stendono sulle esili gioie della nostra quotidianità una patina sinistra e asfissiante; con una lingua vivida e tentacolare, satura di ambiguità e metafore allucinate, trasformano l'immaginario laccato della cultura pop in un brutto viaggio lisergico. Lo scenario si fa inquietante e fantastico – acqua grigia e gelida, foreste buie e cieli di cenere –, una tela lugubre che Helen McClory screzia di glitter rosa, di verde acceso, del rosso scuro del sangue, del rossetto e del velluto: con tocchi da cineasta compone fotogrammi che luccicano come i nostri migliori sogni e che allo stesso tempo ci perseguitano come i nostri peggiori incubi.

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