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Published in: Autori Italiani, Libri

Sostiene Pereira – Antonio Tabucchi

★★★★☆
  • Anno: 1994
  • Isbn: 9788807813818
  • Pagine: 216
Lisbona, un fatidico agosto del 1938, la solitudine, il sogno, la coscienza di vivere e di scegliere, dentro la Storia.
Un grande romanzo civile. Due premi nazionali come il Viareggio-Repaci e il Campiello e il Prix Européen Jean Monnet. Ventidue traduzioni all’estero. Una memorabile interpretazione cinematografica di Marcello Mastroianni.
Una storia che continua a suscitare il fascino e la meraviglia delle opere destinate a durare nel tempo.

Una scrittura cadenzata, ritmica come una melodia, ci porta a Lisbona in un periodo di grande fermento durante il regime portoghese di Salazar. Il caldo torrido di Lisbona ci pervade e ci si appassiona alla vicenda del povero Pereira, un giornalista della pagina culturale di un piccolo giornale del pomeriggio di Lisbona. Pereira è fragile, grasso, soffre di cuore e parla spesso col ritratto della moglie morta. Un giorno però incontra Monteiro Rossi…

Pereira vive nel passato e si distanzia dalla figura dell’eroe romantico in lotta contro il mondo o dal partigiano che combatte per la liberazione del proprio paese. Schiacciato dalla sua apoliticizzazione, combatte la sua piccola lotta tra l’attaccamento alla sua quotidianità e ai suoi ricordi e un nuovo istinto interiore di ribellione. Anche lui, a modo suo, farà la sua piccola rivoluzione e l’uomo che vive di ricordi, grassoccio, sudato e debole di cuore, inizierà a “frequentare il futuro”. Sì frequentare il futuro, una bella espressione, sostiene Pereira, non ci avrebbe pensato.
Trasposizioni cinematografiche

Dal libro, nel 1995, è stato tratto un omonimo film, diretto da Roberto Faenza, l’ultimo di produzione italiana con Marcello Mastroianni.

Pagina 69
L’indomani Pereira si svegliò alle sei. Sostiene che prese un caffè semplice, insistendo per averlo perchè il servizio in camera cominciava solo alle sette, e fece una passeggiata nel parco. Anche le terme aprivano alle sette, e alle sette in punto Pereira era davanti ai cancelli. Silvia non c’era, il direttore non c’era, non c’era praticamente nessuno e Pereira si sentì sollevato, sostiene. Per prima cosa bevve due bicchieri d’acqua che sapeva di uova marce e provò una vaga nausea e un rimescolamento all’intestino. Avrebbe desiderato una bella limonata fresca, perché nonostante l’ora mattutina faceva un certo caldo, ma pensò che non poteva mescolare acqua termale e limonata. Allora si recò alle installazioni termali dove lo fecero spogliare e indossare un accappatoio bianco. Vuole bagni di fango o inalazioni?, gli chiese l’impiegata. Tutte e due, rispose Pereira. Lo fecero accomodare in una stanza dove c’era una vasca da bagno di marmo piena di liquido marrone. Pereira si tolse l’accappatoio e vi si immerse. Il fango era tiepido e dava una sensazione di benessere. A un certo punto entrò un inserviente e gli chiese dove doveva massaggiarlo. Pereira rispose che non voleva massaggi, voleva solo il bagno, e desiderava di essere lasciato in pace.

Il segnalibro

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