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Karoo – Steve Tesich

Io mento non perchè abbia paura della verità, piuttosto per un tentativo disperato di preservare la fede nella sua esistenza. Quando mento, sento che mi sto nascondendo dalla verità. Il mio terrore è che, se dovessi smettere di nascondermi, potrei scoprire che la verità non esiste.

— pag. 133

Non leggeremo mai più niente di Steve Tesich, stroncato da un infarto a soli 53 anni. Ed è un vero peccato, perché io qualcos’altro di suo l’avrei letto proprio volentieri. Anche se c’è da dire che probabilmente Karoo è uno di quei romanzi che ti viene proprio bene e poi così, forse, non te ne vengono più. Purtroppo non potremo mai saperlo.

Saul Karoo è una persona detestabile. Ricco, sovrappeso, intelligente, apatico, cinico.
Saul Karoo recita, recita la parte del buon marito della sua -però- ex moglie, del bravo padre di un figlio che evita con tutte le sie forze, di se stesso per come crede che lo vedano gli altri. Recita e per recitare è necessario un pubblico, quindi è incapace di una vita privata. Recita anche adesso che, per colpa di una strana sindrome, nonostante ingurgiti quantità ciclopiche di alcool non riesce più ad ubriacarsi. Ma il suo personaggio è quello del cinico ubriacone, e quindi si finge tale per non deludere il suo pubblico.

Alla gente piace avere ragione sugli altri e io ero lieto di confermare l’immagine che avevano di me

Svolge mediocremente e con poco slancio il suo lavoro di script doctor, in cui in realtà è uno dei migliori. Karoo riscrive sceneggiature, quelle che non funzionano si, ma anche quelle troppo intellettuali, quelle troppo profonde, insomma quelle che sono destinate a non incassare abbastanza.

E proprio il suo lavoro lo porterà a fare i conti con la propria vita e alla possibilità di costruire un lieto fine, sempre che il suo sia uno di quei film che finisce bene.

Steve Tesich è stato uno sceneggiatore con molti film al suo attivo, e per questo forse molto più di altri conosce i retroscena del luminoso mondo di Holliwood. Ma il suo Karoo non si limita ad essere il lato ironicamente oscuro della macchina del sogno Holliwoodiano. Karoo è un uomo che, un po’ per condizione, un po’ per scelta, è diventato attore della propria vita, che guarda se stesso recitare una parte alla disperata ricerca del lieto fine mentre il tempo e gli affetti gli sfuggono di mano.

Ma nonostante sia una persona a tratti disgustosa, e forse un protagonista dalle caratteristiche non proprio originali, Karoo è un personaggio straordinario, consapevole attore di quella che potremmo definire una tragedia americana. Se Karoo fa schifo infatti, tutti i personaggi che lo circondano fanno ancora più schifo di lui.

Il libro è costruito come una lunga serie di piani sequenza. Non è, in effetti, particolarmente ricco di avvenimenti, e forse questo potrebbe scoraggiare e annoiare alcuni lettori. Eppure la sua ironia, il suo cinismo che cela in realtà lo struggimento di un uomo la cui vita sta andando lentamente in pezzi, sono un piccolo capolavoro. Karoo mi bacchetterebbe per questa mia affermazione, perché l’espressione “piccolo capolavoro” sottintende che esistano capolavori di varie grandezze. E avrebbe ragione.

karoo steve tesich

Quando il libro uscì negli Stati Uniti, il New York Times lo recensì dicendo che bisognava sforzarsi di leggerlo pensando che era stato scritto in tempi in cui la perfidia hollywoodiana non era ancora un cliché munto allo sfinimento. Secondo me si sbagliavano di grosso.

Karoo è un’ironica e struggente analisi del presente, un presente in cui siamo sempre meno capaci di vivere gli affetti, in cui le relazioni affettive sono più facili in pubblico che in privato, in cui siamo tutti attori di una vita della quale fingiamo un lieto fine. L’amaro specchio di una realtà che si sgretola per far posto alla finzione.

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Steve Tesich

Stojan Steve Tesich, nato a Užice il 29 settembre 1942, è stato uno sceneggiatore, drammaturgo e scrittore jugoslavo naturalizzato statunitense.

A lui si deve il primo utilizzo del termine post-verità, nel 1992, in un articolo scritto sulla rivista statunitense The Nation. Tesich, però, intendeva la post-verità come calata dall’alto verso il basso e non, come viene intesa oggi, come un processo che origina dal basso inserendosi nella sfera pubblica.

Vincitore di numerosi premi, è stato sceneggiatore di vari film tra cui Il mondo secondo Garp, Il vincitore e Uno scomodo testimone. Ha scritto solo due libri, di cui uno solo tradotto in italiano, prima di essere stroncato da un infarto, il 1 luglio 1996, a soli 53 anni.

Libri recensiti dell’autore:

  1. Karoo – Steve Tesich
  • Genere:
  • Titolo originale: inglese
  • Anno pubblicazione: 1996 (pubblicato postumo nel 1998)
  • Isbn: 9788845928734
  • Casa editrice: Adelphi
  • Pagine: 459
Saul Karoo è lo "script doctor" più pagato di Hollywood, e se si tratta di espungere da un copione le scene più melense o grottesche non c'è nessuno come lui - che quel tipo di situazioni sembra conoscerle piuttosto bene, sul piano personale. Ma adesso deve risolvere alcuni problemi. Primo, cinquant'anni di vita malsana hanno accentuato, dice il medico, la sua naturale inclinazione a "contrarsi in verticale, ed espandersi in orizzontale". Secondo, la delirante separazione da sua moglie è una storia d'amore al contrario, molto divertente per noi, ma molto tormentosa per lui. Terzo, il suo signore e padrone, l'onnipotente produttore Jay Cromwell, gli ha chiesto di massacrare l'ultimo capolavoro di un vecchio regista di genio, Arthur Houseman, che Cromwell considera veleno al botteghino. Eppure, quando sul banco della moviola scopre che a risplendere in una delle scene tagliate è la madre di Billy, suo figlio adottivo, Karoo intuisce che da quegli scarti di pellicola può nascere qualcosa di molto, molto sorprendente. Così come con gli scarti delle pellicole che abbiamo più amato sembra costruito questo romanzo, fatto di una materia grassa, speziata e molto poco "kosher" che ci procura in parti uguali riso, lacrime e notti insonni, e che per comodità continuiamo a chiamare cinema.

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